Monasteri e chiese del Molise

S. Maria della Strada a Matrice. Il volo di Alessandro

By 2 Dicembre 2008 One Comment

S. Maria della Strada a Matrice. Il volo di Alessandro

Nona puntata

Franco Valente

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Tutti sono concordi nel vedere nella scena inserita nella lunetta del portale laterale il cosiddetto volo di Alessandro.
Gli elementi presenti nella rappresentazione non lasciano dubbi perché dell’episodio abbiamo varie versioni che nella sostanza ripetono sempre lo stesso modello.
Due grifoni alati sono posti a destra e sinistra di una grande cesta dagli intrecci viminei.
In essa è rappresentato in posizione frontale Alessandro Magno che è vestito di una tunichetta pieghettata e si regge  tenendosi aggrappato a due manici con terminazione a forma di cubo. Nelle edizioni più dettagliate alla punte delle aste sono infilzati pezzi di carne verso i quali si volgono i grifoni che, nel tentativo di raggiungerla, agitano le ali determinando il volo della macchina. Nella nostra nessuna cinghia lega i grifoni alla cesta.

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Secondo un’antica leggenda il re di Macedonia, recatosi su un alto monte nei pressi del mar Rosso, pensò di volare incatenando due grifoni alati ad una sorta di cesto. Le mitiche bestie, cercando di afferrare la carne infilata su due aste, cominciarono a salire finché una divinità con la propria ombra li fece precipitare a terra senza danno. Dopo il volo, l’esercito, che aveva assistito alla scena, acclamò il proprio re.
Nel Medioevo la figura di Alessandro Magno assunse significati simbolici a volte antitetici che ebbero, comunque, grande diffusione nella cultura religiosa cristiana.

In genere, nella tradizione cristiana, il tentativo di Alessandro Magno fu considerato nel suo aspetto negativo della sfida al cielo, utilizzato come simbolo dell’orgoglio. Come tale veniva spesso associato ad altri gesti peccaminosi come la lussuria, solitamente rappresentata da sirene bicaudate. Nell’Italia meridionale il tema si sviluppò soprattutto in epoca normanna vedendo in Alessandro un esempio contrario ai principi cristiani.
Probabilmente, però, nel nostro caso il significato non è negativo. Una serie di elementi fa ritenere, contrariamente al solito, che Alessandro Magno nella lunetta di S. Maria della Strada debba essere considerato solo ed esclusivamente per il suo desiderio di ascendere verso il cielo.

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Questa circostanza è facilmente dimostrabile ed è una ulteriore elemento per sostenere che tutto il programma iconografico di S. Maria della Strada possa essere riferito ad un periodo antecedente a quello normanno, quando al volo di Alessandro in genere non ancora veniva attribuito un significato assolutamente negativo.
A differenza di altri contesti in cui il desiderio di Alessandro di volare viene associato al peccato di superbia, nel nostro caso appare evidente che manchi del tutto tale concatenazione psicologica. Qui la storia leggendaria viene presa per il fatto in sé di aspirare a salire in alto.
I grifoni non sono imprigionati e le aste non solo non hanno la carne nella punta, ma costituiscono solamente un comodo appoggio per Alessandro.

Due particolari aiutano a dare un significato complessivo alla scena. Sull’archivolto della lunetta, nella parte basse a destra e sinistra, sono rappresentate le stessi pistrici che nello pseudoprotiro del portale principale stanno ingoiando ed espellendo Giona.
In questo caso in bocca non hanno nulla, come se ormai si siano liberate di Giona.
Se dunque la pistrice va associata al luogo della sepoltura da cui risorge il Cristo, la figura di Alessandro diviene anch’essa  la profetica anticipazione della resurrezione di Cristo verso la Gerusalemme celeste dove è collocato l’apocalittico Agnello Crucifero.
Nella parte centrale dell’archivolto, infatti, è la rappresentazione dell’Agnello che reca la croce.

Va notato che questa è l’unica rappresentazione della Croce che appaia in tutte le varie scene che costituiscono il programma iconografico di S. Maria della Strada. Insomma, oltre la piccola croce dell’agnello, in nessuna parte della chiesa vi è la figura esplicita del Cristo e dello strumento del suo sacrificio, ma solo i suoi  riferimenti simbolici.
Dell’Agnello si riferisce nell’apocalisse di S. Giovanni Evangelista ed è l’emblema più noto di Cristo sacrificato, anche se, in generale, è l’espressione del sacrificio umano.
Il riferimento all’agnello sacrificale è diffusissimo nell’Antico testamento e nell’arte ebraica l’agnello rappresenta il popolo che nel sacrificio vede uno dei momenti che portano alla sua salvezza.

Nell’iconografia cristiana l’agnello è consueto fin dai primi secoli e si trova ripetutamente in rappresentazioni funerarie. Con la croce lo vediamo diffuso nell’arte bizantina di Ravenna ed è nota la croce gemmata di Giustino II (565-578) conservata nel Tesoro di S. Pietro dove l’agnello sostituisce esplicitamente il Cristo sulla croce.
E’ famosa l’espressione di Paolino da Nola che utilizzò l’immagine dell’agnello sacrificale in una delle sue epistole: “Cristo, Agnello e pastore, che ci guida nell’Eterno, che ci ha trasformato da lupi in agnelli, che ora si fa pastore per proteggere il suo gregge, per il quale egli stesso si è fatto agnello per essere sacrificato”.
Nella lunetta di S. Maria della Strada l’Agnello Crocifero è il simbolo della Resurrezione dopo la morte tant’è che viene rappresentato in due momenti.
Nell’imposta di destra dell’arco, infatti, l’agnello privo della croce viene rappresentato come vittima distesa in un letto di foglie. Accanto ad esso la rappresentazione di un’aquila con le ali spiegate è un’allusione al viaggio verso l’alto.

Nella iconografia cristiana l’aquila, essendo l’animale capace di sollevare i corpi, rappresenta il mezzo per salire verso la luce. E’ nella sostanza il simbolo della Sacre Scritture indispensabili nel processo di salvezza.

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L’aquila ghermisce l’agnello, ma lo porterà verso la luce apocalittica.
Dunque l’agnello sacrificato e l’aquila che sta accanto vanno collegati all’agnello che è posto sulla ghiera esterna della lunetta nel momento in cui, ormai risorto, mette alle sue spalle la croce del sacrificio.
In questo contesto l’immagine di Alessandro che si appresta ad iniziare il volo rappresenta sinteticamente l’aspirazione cristiana all’ascensione.

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