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Alternativa: il viaggio della speranza (ovvero la carretta del mare nella politica molisana)

By 16 Settembre 2010 Febbraio 25th, 2011 One Comment

Alternativa:
il viaggio della speranza (ovvero la carretta del mare nella politica molisana)

Franco Valente

Carretta1

Come è noto ai miei pochi amici, faccio parte di quella maggioranza silenziosa del Partito Democratico che, soffrendo in cuor proprio, ha guardato con molto scetticismo l’iniziativa di creare un movimento che si definisce “Alternativa” per dare forza ad un’idea molto personale della politica che non coincide con la storia del Socialismo italiano. Un Socialismo a cui, in qualche modo, molti di noi del Partito Democratico ritengono di appartenere o del quale si sentono comunque figli.

Molti di noi hanno scelto la via del Centro Sinistra dopo una complessa autocritica che aveva fortemente risentito di quei cambiamenti che la Storia inesorabilmente  imponeva.

Carretta3

Chi, come me, viene da quella Sinistra cattolica che si era riconosciuta in una parte del Partito Socialista Italiano, si trova certamente a dover riconsiderare in termini pluralisti una nova età politica che, a regole elettorali stravolte, è costretta a complicatissimi percorsi dialettici che molto spesso non sono del tutto chiari soprattutto perché non si capisce bene dove porteranno.

I cattolici, dovunque riterranno di collocarsi in futuro, non possono rinunciare ad una serie di valori morali che in genere attengono più alla sfera della correttezza sociale che al becero moralismo bigotto di sagrestia.

Certamente, però, sia che si scelga il centro apolitico, sia la destra liberale, sia la sinistra socialista, dovranno essere moralmente corretti coloro che noi speriamo di avere come compagni di viaggio.

Noi cattolici sicuramente non possiamo dare alcuna credibilità a chi di fatto è fascista picchiatore, a chi cerca di utilizzare la religione come un fariseo, a chi ritiene che lo scranno del potere sia un fine da raggiungere, a chi nega il diritto delle minoranze ad esprimersi, a chi fa del trasformismo il proprio modello di comportamento.

Anche a costo di rimanere in pochi, i compagni di avventura devono essere selezionati prima di tutto sul piano della moralità e i padroni vanno scelti con un minimo di oculatezza.

Sicuramente Ruta e Romano, organizzatori dell’assemblea dell’11 settembre, si sono sentiti come nuovi condottieri che partivano alla conquista della Gerusalemme terrena e poco si sono preoccupati di controllare la qualità dei loro compagni o di capire se stavano per essere utilizzati.

Quando ho visto che il sig. Scarabeo (che non riesce a liberare la sua scrivania dal busto del defunto Puzzone nazionale) assumeva il ruolo di padrone del movimento “alternativo”, ho avuto l’impressione che Ruta e Romano fossero stati assoldati come gli scafisti di quelle carrette del mare che si avvicinano all’Italia cariche di anime bisognose.

I padroni degli scafi in genere rimangono a casa dopo aver contato il denaro dei pedaggi, mentre gli scafisti sono destinati a prendersi le condanne dall’altra parte del mare.

Carretta2

Anzi, conoscendo l’intimo modo di ragionare del  vero padrone della barca “Alternativa”, ho il dubbio che il fondo dello scafo, messo in salvo preventivamente il bottino, sia stato dolosamente manomesso in maniera che alla prima onda anomala il mare possa ingoiare e far sparire i dolenti avventori partiti pieni di speranze, Ruta e Romano compresi.

“Alternativa” è una carretta del mare che si è caricata di tutte quelle anime in pena, come il compagno Buonomolo, che già sente la puzza del rimpatrio a casa, o come Nicola D’Ascanio titolare di una presidenza traballante in cerca continua di puntelli di qualunque materiale essi siano.

Anche se non ci sarà Gheddafi a sparare sullo scafo, ho forti dubbi che il barcone possa mai arrivare alla spiaggia della salvezza.

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