Arte, architettura e malcostumePaesi del Molise

Hanno cecato l’occhio di Dio a S. Maria della Strada di Matrice…

By 24 Agosto 2011 6 Comments

Ma ci vuole tanto a ragionare un po?

Ieri sono stato a S. Maria della Strada perché, approfittando della bella giornata, volevo completare alcune immagini della facciata.

Mi avevano assicurato che avevano tolto le impalcature che ultimamente erano state innalzate per fare un intervento di somma urgenza alla parte alta, ai lati del rosone.

MI SONO CADUTE LE BRACCIA!

Due corde di acciaio dovrebbero tenere in tensione i conci della facciata che per non so quali cause si erano “allentati”.

Non entro nel merito dell’analisi strutturale che sicuramente sarà stata fatta con l’attenzione che il caso meritava, ma la medicina, sia pure provvisoria, è peggiore del male.

Vi dico sinceramente che non me ne tiene più di stare sempre a criticare, ma certe volte mi viene la voglia di prendere il forcone e infilzare chi maltratta i monumenti in questo modo bestiale.

Non so e non voglio sapere chi è stato l’architetto della Soprintendenza e dove stavano i controllori del Ministero per i Beni Culturali, ma certe cose fanno ribollire il sangue.

Per la tutela del paesaggio si è costituito un comitato per contrastare lo scempio che i mercanti del vento vogliono compiere stravolgendo lo sky-line dei monti di Matrice e poi non siamo in grado di alzare un dito quando i soldi pubblici vengono utilizzati con una rozzezza che non ha pari.

Sono stato accusato di partigianeria per aver giustificato l’apposizione di comuni lampadari nella chiesa di Oratino. Confermo in pieno le mie teorie sul concetto di “bello”. Ma quando si vedono cose di questo genere credo che non vi sia possibilità di posizioni culturali divergenti!

Perciò mi chiedo: i difensori del principio che nessun elemento debba frapporsi al godimento di un’opera d’arte, cosa dicono?

Il rosone di S. Maria della Strada è sicuramente l’oculus più originale di tutta la storia dell’architettura altomedioevale.

Ha un valore simbolico fuori del comune.

Guardate come e dove sono stati posti i tiranti regolabili per tenere in tensione le corde!

Non so e non voglio sapere se questa era l’unica soluzione, ma vi sembra questo il modo migliore!

Chi ha fatto questo intervento, se ha un minimo di conoscenza della tecnica, avrebbe dovuto sapere che i tiranti regolabili potevano essere messi a lato del rosone senza che venisse in alcun modo compromessa la capacità di tirare.

Invece sembra che ci sia sta la precisa volonta blasfema di cecare l’occhio di Dio!


… a parte la considerazione che con il caldo i tiranti si sono allentati e di essi è rimasta solo la funzione blasfema….

Del rosone di S. Maria della Strada parlato in
http://www.francovalente.it/2008/11/05/1180/
……….
E’ perfettamente circolare con 12 raggi a forma di colonne con capitello collegate nella parte centrale con altrettanti archi a doppia ghiera che formano una fascia continua tangente all’oculo.
Tra colonna e colonna sono posizionati 12 oculi anch’essi perfettamente circolari.
L’elemento originale di questo rosone sta nella particolare posizione degli archi di collegamento tra le colonne che convergono al centro e non sono posti sul perimetro esterno come accade sempre nelle monofore circolari, prescindendo dalla loro datazione.

A parte i generici e scontati riferimenti del numero delle colonne al numero degli apostoli, credo che valga la pena fare qualche ulteriore ragionamento che rende il rosone di S. Maria della Strada un elemento simbolico che si collega strettamente alla iconografia sottostante.
In genere il rosone è semplicemente una sorgente di luce che si arricchisce di motivi decorativi che hanno un valore simbolico slegato dal resto degli elementi compositivi della faccia. Anche quando sono collocati rispettando principi armonici o rapporti geometrici in genere determinati dalla necessità di conservare una centralità o una simmetria.
Nel nostro caso ancora una volta il riferimento all’Apocalisse è obbligato.
Nei rosoni è consueto il ricorso alle colonnine per mantenere la cornice dell’oculo centrale. Si tratta sempre di colonnine normali e dal fusto regolare.
Il rosone di S. Maria della Strada risponde, invece, alla necessità di creare una effetto prospettico. Cioè chi lo realizzò non si preoccupò solo di garantire la penetrazione della luce ponendo in maniera simmetricamente ripetitiva 12 raggi, ma volle creare un effetto analogo a quello che si percepisce ponendosi al centro di una basilica a pianta centrale limitata da 12 colonne e guardando verso l’alto.
La scelta della colonna rastremata, dunque non è casuale, ma predeterminata dalla necessità di esprimere tecnicamente un concetto teologico.
Non ci vuole molto per capire che questo pezzo della facciata è la sintesi formale della Gerusalemme celeste così come viene descritta nell’Apocalisse e i dodici oculi non sono altro che le dodici porte della città la cui circolarità ricorda la forma delle perle:
Aveva un muro grande ed alto munito di dodici porte, presso le quali vi erano dodici Angeli; vi erano scritti dei nomi che sono quelli delle dodici tribù dei figli d’Israele. Il muro della città ha dodici fondamenta e sopra di esse dodici nomi, quelli dei dodici apostoli dell’Agnello (…) Le dodici porte sono dodici perle; ogni porta è fatta di una sola perla. La piazza della città è d’oro puro, come cristallo trasparente. (Apocalisse 21, 12-21).
In conclusione il rosone simboleggia la grande copertura della Gerusalemme celeste e la parte centrale non è altro che il grande foro attraverso cui passa la Luce di Dio che illumina la piazza dorata della Città santa.

Join the discussion 6 Comments

  • Il tuo commento…
    Caro Franco,
    volevo sapere se la soluzione delle funi di acciaio è definitiva o provvisoria, perchè nel caso hanno pensato di farle rimanere la situazione è davvero grave e inaccettabile.
    Grazie di cuore per il tuo impegno in difesa del patrimonio culturale della nostra regione che ogni giorno viene mortificato da interventi sbagliati.
    Ultimamente ho avuto modo di vedere, visitando alcune chiese, statue lignee di un certo interesse artistico, completamente ridipinte.

    Um abraço,
    Dante Gentile Lorusso

  • Michele Roccia ha detto:

    Carissimo dott. Valente, ho 38 anni e mi ricordo di quando ero ragazzino e di certi monumenti molisani, allora, nessuno in particolare si occupava; tettoie colorate in stile circo barnum e tiranti odontotecnici non se ne vedevano; la gente stava di più a casa, e tanti non sapevano neanche che S. Maria della Strada esistesse; e forse era meglio. I tiranti posti a deturpare la chiesa di S. Maria della Strada, sebbene necessari, davvero mi lasciano avvilito, perchè sfregiano la bellezza sublime di un luogo magnifico; forse ancor più dell’orribile casupola di mattoni abbandonata situata nei pressi della chiesa, edificata, è vero, in epoca pre-vincolare, e ancor più dell’osceno parcheggio-lingua d’asfalto e dello chalet in stile montanaro-pertuttelestagioni realizzati per ospitare torme di amanti della birra e della peparolessa, ma non credo dell’arte, nè tanto meno della cultura. Le dico una cosa: era meglio quando di questi monumenti non si occupava nessuno. La invito a prendere in coniderazione, quando potrà, le sorti della statua lignea della cosiddetta Madonna dell’Assunta, nella chiesa madre di Ferrazzano; in occasione dei “lavori” dell’ultimo giubileo è stata mandata al restauro (non saprei dire dove nè presso quale istituzione); è una madonna seduta (si dice così?); davvero maestosa (ma forse è solo l’affetto che mi adirecosì); dubito che qualcuno l’abbia mai presa in considerazione, per cercare di inquadrarla da un punto di vista storico-artistico; secondo me, che sono del tutto inesperto della materia, è molto antica, e non è proprio un pezzo da buttar via. Sempre secondo me, la statua è stata deturpata dal suddetto restauro (oltretutto non mi risulta che a seguito dell’intervento, gli esperti che del manufatto si sono occupati abbiano prodotto una relazione che “dica” qualcosa di più su questa statua; o, almeno, non mi risulta che ci sia stata una conferenza stampa o cose del genere). Complimenti per il suo blog!

  • Franco Valente ha detto:

    Grazie! Sulla Madonna lignea di Ferrazzano non so molto, ma cercherò di sapere. Questo blog sta diventando l’unico luogo fisico dove si solidarizza con i monumenti.
    Ripeto: si solidarizza con i monumenti …. perché, purtroppo, come rileva Michele, stavano meglio quando di essi nessuno si occupava. Ora sono diventati prima di tutto un affare.
    Le cure che si fanno per i monumenti sono come quelle che si fanno con le medicine delle multinazionali.
    Le multinazionali ci fanno campare a lungo e malaticci… così stiamo sempre a comprare medicine.
    L’intervento a S. Maria della Strada ha dell’incredibile. Sono state messe per vari mesi le impalcature (nel periodo di maggiore interesse turistico-scolastico).
    Dante si chiede se l’intervento sia definitivo! In Italia le cose provvisorie sono le più durature.
    Con pochi soldi, approfittando delle impalcature, il problema si poteva risolvere definitivamente. Invece si dovrà spendere più di una volta per le stesse cose.
    Pensate al cemento messo sul ponte della Zingara a S. Vincenzo. Si sono spesi 40 mila euro per fare una soletta. Ora se ne dovranno spendere almeno 60 mila per toglierla!
    Se poi vi dico che quelle corde d’acciaio sono tirate (per modo di dire) da quattro ganci applicati forando le pietre antiche laterali in una maniera che se io l’avessi proposte ad un esame di restauro, il mio prof. Miarelli mi avrebbe inseguito con una mazza di ferro in mano fino a Istanbul….

  • Fabio ha detto:

    Il tuo commento…
    A proposito di “parlare” poco dei nostri monumenti, in passato quando invitavo amici o conoscenti a girare per la regione alla fine preferivo salutarli dicendo “se vi è piaciuto qualcosa tenetevelo a cuore, se non vi è piaciuto ditelo pure in giro, questa non è una regione per orde di turisti ma per pochi e selezionati amici”.
    A proposito di amici, anche se c’ho avuto poco a che fare (e mi dispiace molto), un saluto affettuoso al Prof. Lucarelli che ci ha abbandonato, e lui sì che era un AMICO SELEZIONATO del Molise.

  • FIORENZO LAURELLI ha detto:

    Ci sono due modi per far odiare l’Arte in Molise:
    la prima è osservare la quasi generalità di ciò che si realizza oggi, l’altra è constatare come pervicacemente ci si applica per rovinare il Sublime che fu.
    Con tutto lo sconforto che merita, abbi tutta la nostra stima per gli allarmi che lanci [spesso inascoltata Cassandra!].
    F. L.

  • Gabriella Di Rocco ha detto:

    Da anni scriviamo i nostri commenti sul tuo blog, carissimo Franco,ma nulla cambia. Coloro che dovrebbero tutelare e salvaguardare il patrimonio culturale molisano si guardano bene dal riflettere prima di mettere mano ai nostri monumenti (e pensare che i loro stipendi li paghiamo noi…), si guardano bene dal chiedersi: ma è giusto quello che stiamo facendo? Ci considerano dei criticoni fastidiosi e, alcuni di essi, pavidamente, ci hanno pure consigliato di non scrivere sul tuo blog, caro Franco, perchè potrebbe essere controproducente per la nostra carriera… si, proprio così!
    Ma di quale carriera stiamo parlando? Una carriera fatta di ‘si signore’ e di ‘chinate la testa e non fiatate se volete lavorare in questo ambiente’… Noi, plurare maiestatis, di fare carriera in questo modo non ci pensiamo per nulla! Meglio andare a chiedere l’elemosina, è più dignitoso e potremmo sempre guardarci allo specchio al mattino quando ci svegliamo, a differenza di altre personcine che circolano da queste parti che o ti impediscono di lavorare e preferiscono fare la settimana enigmistica piuttosto che studiare e conoscere il patrimonio culturale molisano che da 30 anni fingono di salvaguardare, oppure ti urlano dietro in uno dei tanti raptus di follia!
    Caro Franco,
    noi continueremo a gridare il nostro sdegno e ad andare a testa alta, augurandoci che presto se ne vadano in pensione e la smettano di fare danni pagati dai contribuenti!
    Un abbraccio affettuso,
    Gabriella

Leave a Reply


*