Particolarmente complicata la ricostruzione delle vicende della croce di S. Pietro, che oggi si trova nel mezzo della piazza omonima.
La chiesa di S. Pietro non esiste più e nulla sappiamo della sua forma originaria. Tuttavia, se tutti i pezzi di cui è composta la croce sono ciò che rimane di essa, qualcosa possiamo ipotizzarlo.
La croce è posta su un basamento di tre gradoni quadrati e la doppia data (1660 e 1825) riportata su una delle specchiature dello stilobate divisa da una grande R, aiuta a risolvere la questione.
Il 1660 ricorda l’anno in cui la croce fu realizzata e posizionata davanti alla chiesa di S. Pietro. La sottostante data 1825 ricorda l’anno in cui fu ricostruita nel luogo e nella forma che oggi si vede.
Sappiamo che il terremoto del 1805 ebbe effetti disastrosi a Frosolone. Le cronache riferiscono di oltre 500 morti sotto le macerie ed il paese quasi totalmente distrutto. Probabilmente la chiesa di S. Pietro, forse la più antica del paese e la più grande, subì una serie di danni tali da renderne complicata la ricostruzione. Ciò indusse il clero a spostare i suoi uffici nella vicina chiesa di S. Chiara che ne assunse anche il titolo.
Ma se nulla sappiamo della sua forma, qualcosa possiamo immaginare della facciata. La presenza di due leoni stilofori a lato dell’attuale croce lascia intendere che la facciata di S. Pietro fosse dotata di un protiro le cui colonnine poggiavano, secondo il solito, sul dorso dei due animali.
Ambedue i leoni, pur rispondendo a criteri di simmetria speculare, sono diversi tra loro. Sono accovacciati. Quello di sinistra sta sbranando un vitello che tiene sottoposto e afferrato nelle branche. Quello di destra sta per divorare un animale fantastico che sembra un serpentone con le zampe.
La particolare plasticità delle figure le fa collocare in un’epoca che non dovrebbe essere anteriore alla prima metà del XIV secolo.
Sicuramente di epoca post-tridentina è l’apparato che regge la croce e bene si adattano le forme della colonna alla data del 1660 che è incisa sullo stilobate.
Un elegante piedistallo quadrato, con quattro specchiature limitate da cornici a listello appena arrotondato sugli spigoli, si appoggia ad un plinto con cornice a golarovescia.
Una delle specchiature contiene un rovinato scudo dell’Università di Frosolone che è costituita da un volatile di profilo, il frisone, che becca una grande F sorretta da un monte a tre cime.
Egualmente consistente è la cimasa quadrata del plinto con listello e modanatura a gola rovescia.
La base della colonna, che è circolare e tende a rastremarsi verso l’alto, è costituita da un plinto parallelepipedo su cui si appoggia il toro.
Sul fusto alto e snello, un capitello formato da foglie grasse poste a cerchio regge la cimasa a facce concave e modanatura classica. Su una piccola base formata da sezioni ellittiche di pietra brecciosa è posta una cornice cruciforme dai bracci a terminazioni trilobate, contornata da una fettuccia lineare molto pronunziata.
All’interno della cornice la croce vera e propria è costituita da due assi piuttosto sottili sui quali è inchiodato il Cristo. La braccia seguono l’andamento dell’asse orizzontale che termina con due teste di cheubini ad ali spiegate.
Il capo, che accenna a piegare in avanti, è coronato di spine. Al disopra è il cartiglio con l’acronimo INRI.
Il subligaculum è annodato su un fianco e le gambe sono leggermente piegate per facilitare la sovrapposizione dei piedi.
Nel trilobo inferiore, invece del solito teschio di Adamo, è un cherubino a quattro ali, due spiegate e due ripiegate in basso.
Nel trilobo superiore appare lo Spirito Santo sotto forma di colomba piombante in un sole raggiato.
Sul fronte opposto, nella parte centrale vi è solamente una Madonna Immacolata con le mani giunte e la mezzaluna sotto i piedi.
Una croce interessante, che, analizzata con disegni da rilievo metrico e tracciati geometrici, unita alle spiegazioni dei significati delle figurazioni, darebbe fascinazione a tutta l’intera opera. Un tema per trarne un piccolo saggio. Un lavoro per la prossima estate nel fresco clima di Frosolone…con ristoro di arrosti e latticini di montagna…altro che isole Maldive!